Tecnologia interviste italiano

Federica Bressan

Audio delle interviste video ospitate su YouTube. I temi ruotano intorno alla tecnologia, la scienza, la società, la cultura, l'etica. Host e producer: Federica Bressan. Mail: podcast@federicabressan.com read less
ScienceScience
Neurorobotica - Emanuele Menegatti - Federica Bressan
14-03-2022
Neurorobotica - Emanuele Menegatti - Federica Bressan
La neurorobotica è l'ultima frontiera della ricerca nel campo della robotica oggi. Si tratta di un'area dell'ingegneria che si occupa di progettare dei robot che siano in grado di interfacciarsi con il mondo esterno. Questo richiede una sofisticata sensoristica e un'altrettanta abile analisi del segnale, che nel caso del "controllo con il pensiero" - ovvero delle onde cerebrali - non è banale a causa dei segnali deboli e rumorosi.   Ma applicazioni che sfruttano il movimento degli arti, indossando un esoscheletro, oppure che controllano delle protesi, sono già realtà. Per non parlare della competizione Cybathlon, in cui atleti con varie disabilità si misurano indossando tecnologia d'avanguardia. L'ospite di oggi, Emanuele Menegatti, assieme al suo gruppo di ricerca di Padova, ha vinto ben due medaglie d'oro in questa competizione, e ci racconta qual è stata la chiave per il successo.  Emanuele Menegatti è Professore di Robotica Intelligente all'Università di Padova, dove dirige il Laboratorio di Sistemi Autonomi Intelligenti (IAS-Lab) del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. È stato coordinatore e responsabile di numerosi progetti di ricerca europei in FP7 e H2020. I suoi interessi di ricerca riguardano la percezione e l’intelligenza dei robot. Ultimamente si occupa in particolare di neurorobotica e robotica collaborativa per l’Industria 4.0. È tra i soci fondatori di due start-up nel campo della robotica, IT+Robotics srl e Eximotion srl.
Reti aperte e sicurezza - Luca Viganò - Federica Bressan
14-03-2022
Reti aperte e sicurezza - Luca Viganò - Federica Bressan
Molti di noi ormai hanno un piano telefonico che include traffico #internet. Ma per svariati motivi possiamo avere bisogno di connetterci a una rete #wireless diversa, ad esempio in aeroporto oppure in un albergo. Quali sono i rischi che corriamo quando ci connettiamo a queste reti? C'è un modo per mitigare questi rischi?   Purtroppo dal punto di vista dell'utente spesso le possibilità di evitare i rischi di #sicurezza informatica sono limitati. Tuttavia, non sono nulli. Il primo passo è quello di conoscere i rischi e diventare utenti consapevoli. Conosciamo tutti i modi in cui possiamo essere tratti in inganno e invitati a connetterci a un sito che sembra ciò che dice di essere ma non lo è? Quando il simbolo del lucchetto compare a fianco all'indirizzo del sito web che stiamo visitando, possiamo stare tranquilli?  L'esperto di oggi, Luca Viganò, sconsiglia di eseguire operazioni di e-banking dal proprio dispositivo mobile quando si è connessi a una rete pubblica. Infatti, la presenza del simbolo del lucchetto a fianco all'indirizzo del sito che stiamo visitando non è sempre garanzia che non stiamo correndo dei rischi. Evitare certe operazioni è uno dei modi in cui l'utente può tutelarsi in situazioni di rischio, e aspettare di eseguirle in un contesto più sicuro.  Luca Viganò dirige il gruppo Cybersecurity presso il Dipartimento di Informatica del King's College di Londra, dove è anche Vice Dean (Enterprise & Engagement) della Faculty of Natural & Mathematical Sciences. La sua ricerca si concentra su metodi e strumenti formali per la specifica, l'analisi e la verifica della sicurezza informatica e della privacy. È particolarmente interessato alla sicurezza spiegabile e ai metodi formali per la sicurezza socio-tecnica, in cui gli esseri umani sono modellati esplicitamente come parte dei sistemi per indagare se il loro comportamento e gli errori possono portare a vulnerabilità.
Vulnerabilità dei dispositivi mobili - Luca Viganò - Federica Bressan
14-03-2022
Vulnerabilità dei dispositivi mobili - Luca Viganò - Federica Bressan
Quando pensiamo ai cyber-attacchi, solitamente pensiamo a grandi sistemi di #sicurezza come quelli delle banche o di un impianto industriale. Ma i #dispositivi mobili che portiamo sempre in tasca non sono immuni da cyber-attacchi. Spesso non siamo nemmeno consci dei rischi che corriamo quando ci connettiamo a una rete aperta o installiamo delle applicazioni.  I dispositivo mobili vengono solitamente utilizzati con le impostazioni predefinite con cui li abbiamo acquistati. Da utenti, non abbiamo molta libertà di modificare queste impostazioni, soprattutto per quanto riguarda il comportamento del sistema operativo che si occupa di gestire la comunicazione con le reti wireless a cui ci connettiamo nei locali pubblici. In questo senso, abbiamo le mani legate quando si tratta di proteggerci dai cyber-attacchi.  L'esperto di oggi, Luca Viganò, spiega quali accorgimenti l'utente può adottare per limitare i rischi alla propria sicurezza. Dalle reti aperte, ai siti sicuri, all'installazione delle applicazioni, l'utente può (e deve) comunque essere consapevole dei rischi e sapersi tutelare nonostante i limiti della sua condizione.  Luca Viganò dirige il gruppo Cybersecurity presso il Dipartimento di Informatica del King's College di Londra, dove è anche Vice Dean (Enterprise & Engagement) della Faculty of Natural & Mathematical Sciences. La sua ricerca si concentra su metodi e strumenti formali per la specifica, l'analisi e la verifica della sicurezza informatica e della privacy. È particolarmente interessato alla sicurezza spiegabile e ai metodi formali per la sicurezza socio-tecnica, in cui gli esseri umani sono modellati esplicitamente come parte dei sistemi per indagare se il loro comportamento e gli errori possono portare a vulnerabilità.
Robotica industriale intelligente - Emanuele Menegatti - Federica Bressan
14-03-2022
Robotica industriale intelligente - Emanuele Menegatti - Federica Bressan
Che differenza c'è tra un #robot e le altre macchine che solitamente troviamo nell'#industria? Non molta, dice l'esperto di oggi, Emanuele Menegatti, perché anche se un robot è programmabile, una volta avviato ripete sempre la stessa operazione. La svolta, che porterà a quella che viene anche chiamata Industria 4.0, è l'introduzione di robot che sono in grado di modificare il proprio comportamento e quindi di adattarsi a situazioni nuove e inaspettate. Ad esempio, gestire in modo diverso un pezzo particolare sulla catena di montaggio, oppure reagire in maniera opportuna ai movimenti di un essere umano che lavora affiancato dal robot.   La robotica intelligente deriva dall'are di studio dell'intelligenza artificiale, e la sua sfida più grande non è quella di cosa è possibile far fare ai bracci robotici, bensì quella di interfacciare il robot con l'ambiente circostante, e quindi la parte di sensistica e di analisi del segnale. Emanuele spiega alcune delle applicazioni dei robot intelligenti per l'industria, e quale sia il loro legame con i robot casalinghi che abbiamo e che avremo in casa nostra oggi e in futuro.   Emanuele Menegatti è Professore di Robotica Intelligente all'Università di Padova, dove dirige il Laboratorio di Sistemi Autonomi Intelligenti (IAS-Lab) del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. È stato coordinatore e responsabile di numerosi progetti di ricerca europei in FP7 e H2020. I suoi interessi di ricerca riguardano la percezione e l’intelligenza dei robot. Ultimamente si occupa in particolare di neurorobotica e robotica collaborativa per l’Industria 4.0. È tra i soci fondatori di due start-up nel campo della robotica, IT+Robotics srl e Eximotion srl.
Music Information Retrieval - Nicola Orio - Federica Bressan
14-03-2022
Music Information Retrieval - Nicola Orio - Federica Bressan
Il Music Information Retrieval (MIR) è un'area dell'informatica che studia i metodi e gli strumenti per il reperimento dell'informazione musicale per mezzo di un calcolatore. Un campo di ricerca nato solo una ventina di anni fa, e che ha moltissime applicazioni: dai servizi di riconoscimento della musica come Shazam, all'estrazione di linee melodiche, all'organizzazione di una biblioteca musicale per genere.   Nata nei primi anni 2000, questa disciplina ha una grande varietà di applicazioni. Il primo passo, in ogni caso, è quello di riuscire a estrarre delle informazioni da un flusso audio in modo che il calcolatore possa elaborare queste informazioni e usarle per il fine desiderato. Non sempre, anzi raramente, il calcolatore "comprende" la musica nel modo in cui la comprendono gli esseri umani. Più spesso, è sufficiente estrarre informazioni sullo spettro sonoro per compiere la maggior parte delle operazioni, senza una comprensione "di alto livello" o di carattere "umano".  Ci sono discipline che studiano come il cervello umano elabori la musica, ma le scoperte in questo campo non informano il Music Information Retrieval. Anche quando chiediamo a un calcolatore di organizzare una collezione musicale per genere (country, pop, ecc.), gli algoritmi che eseguono questo task non imitano il comportamento umano. L'esperto di oggi, Nicola Orio, ci spiega come si fa a realizzare questo tipo di operazioni con un calcolatore.  Nicola Orio è professore associato di Sistemi informatici al Dipartimento dei beni culturali dell'Università di Padova. Il suo principale argomento di ricerca riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso strumenti informatici innovativi. Ha lavorato allo sviluppo di motori di ricerca per l'identificazione e il reperimento della musica, a piattaforme per la mappatura del legame tra cinema e territorio, a sistemi per la fruizione del patrimonio archeologico. Progetta applicazioni per la fruizione museale basate su tecniche di gamification, ovvero l'applicazione di meccaniche e dinamiche dei giochi all'interno di contesti culturali.
Computer e musica - Nicola Orio - Federica Bressan
14-03-2022
Computer e musica - Nicola Orio - Federica Bressan
Operazioni che diremmo banali per l'orecchio e il cervello umani non sono così banali per il calcolatore. Ad esempio ascoltare la musica, e in particolare riconoscere un brano musicale. Il Music Information Retrieval è un'area dell'informatica che si occupa di studiare metodi e strumenti per l'elaborazione della musica da parte di un calcolatore.   Il riconoscimento di un brano musicale assomiglia un po' al riconoscimento delle impronte digitali, perché un brano è costituito da una serie di elementi riconoscitivi unici. Per questo nel campo del Music Information Retrieval (MIR) si parla anche di "fingerprinting". Questa caratteristica è utilizzata dal più famoso servizio di riconoscimenti automatico di brani musicali, Shazam.  Le cose si complicano quando invece di chiederci se il brano musicale A sia uguale al brano B (se per esempio ne abbiamo due copie nel nostro archivio), ci chiediamo se il brano A sia la cover del brano B. In questo caso molti parametri dello spettro sonoro saranno diversi, perché forse l'organico sarà diverso, e talvolta persino la struttura e la durata del brano. In questo caso la performance del calcolatore è peggiore, ed esso necessità in realtà dell'implementazione di algoritmi diversi per operare questo tipo di riconoscimento.  Nicola Orio è professore associato di Sistemi informatici al Dipartimento dei beni culturali dell'Università di Padova. Il suo principale argomento di ricerca riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso strumenti informatici innovativi. Ha lavorato allo sviluppo di motori di ricerca per l'identificazione e il reperimento della musica, a piattaforme per la mappatura del legame tra cinema e territorio, a sistemi per la fruizione del patrimonio archeologico. Progetta applicazioni per la fruizione museale basate su tecniche di gamification, ovvero l'applicazione di meccaniche e dinamiche dei giochi all'interno di contesti culturali.
Paesaggi sonori - Nicola Orio - Federica Bressan
14-03-2022
Paesaggi sonori - Nicola Orio - Federica Bressan
Il paesaggio sonoro (o #soundscape) è l'insieme dei suoni e dei rumori in cui siamo immersi durante la nostra vita, anche quando dormiamo. Si tratta di suoni a cui spesso non facciamo caso, proprio perché vi siamo abituati. Ma durante il primo #lockdown del 2020 ci siamo accorti che il suono del mondo era cambiato drasticamente.  Per la prima volta nelle nostre vite, il lockdown di marzo 2020 ha fermato la maggior parte delle attività umane. Il traffico si è virtualmente ridotto a zero, e così il normale via vai delle persone per strada. Risultato: il tappeto sonoro cui eravamo abituati è crollato, facendoci scoprire un silenzio mai sentito prima, soprattutto nelle città. Un progetto di ricerca che coinvolge l'ex Discoteca di Stato ha voluto documentare il nuovo paesaggio sonoro del lockdown, raccogliendo registrazioni audio in un #archivio online: http://locateyoursound.com - I paesaggi sonori sono cambiati moltissimo nel corso della storia dell'umanità, quindi il progetto Locate Your Sound svolge anche un importante ruolo di conservazione. D'altro canto, cosa daremmo per poter viaggiare acusticamente nel tempo? Sentire il chiacchiericcio e lo scalpiccio nelle vie dell'antica Roma o della città di Tenochtitlan. Con un fine più pratico e legato ai giorni nostri, l'archivio desidera diventare una fonte di colonne sonore per film e documentari.   Nicola Orio è professore associato di Sistemi informatici al Dipartimento dei beni culturali dell'Università di Padova. Il suo principale argomento di ricerca riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso strumenti informatici innovativi. Ha lavorato allo sviluppo di motori di ricerca per l'identificazione e il reperimento della musica, a piattaforme per la mappatura del legame tra cinema e territorio, a sistemi per la fruizione del patrimonio archeologico. Progetta applicazioni per la fruizione museale basate su tecniche di gamification, ovvero l'applicazione di meccaniche e dinamiche dei giochi all'interno di contesti culturali.
La cybersecurity nella cultura pop - Luca Viganò - Federica Bressan
14-03-2022
La cybersecurity nella cultura pop - Luca Viganò - Federica Bressan
Crediamo sempre a quello che vediamo sui nostri schermi? Forse no, però ci influenza. I film, le serie televisive, i romanzi dove compaiono hacker, maghi del computer sono sempre più numerosi. Ma quante volte la loro rappresentazione è fedele alla realtà?   Quasi sempre nella fiction, un hacker è qualcuno che in pochi minuti riesce a penetrare nei sistemi di sicurezza delle organizzazioni più blindate della Terra. Ma questo non corrisponde alla realtà. "È più facile essere colpiti da un fulmine" spiega l'esperto di oggi, Luca Viganò, professore di informatica al King's College di Londra.  Una rappresentazione poco fedele di ciò che è realmente possibile nella cybersecurity non significa sempre che il film in cui compare è scadente. Spesso per motivi narrativi è necessario o desiderabile introdurre elementi di fantasia.  Da Jurassic Park a Mr. Robot, Luca Viganò commenta alcuni dei migliori e dei peggiori esempi di rappresentazione artistica della cybersecurity. Luca Viganò dirige il gruppo Cybersecurity presso il Dipartimento di Informatica del King's College di Londra, dove è anche Vice Dean (Enterprise & Engagement) della Faculty of Natural & Mathematical Sciences.  La sua ricerca si concentra su metodi e strumenti formali per la specifica, l'analisi e la verifica della sicurezza informatica e della privacy. È particolarmente interessato alla sicurezza spiegabile e ai metodi formali per la sicurezza socio-tecnica, in cui gli esseri umani sono modellati esplicitamente come parte dei sistemi per indagare se il loro comportamento e gli errori possono portare a vulnerabilità. Luca è anche un drammaturgo, le cui opere sono state prodotte e pubblicate in Italia e in altri paesi.